Le storie “Migranti” di Myriam Cappelletti.

 

Myriam Cappelletti è umbra. Myriam Cappelletti è un’artista. Perciò è aria e terra; è legno e tela è bocconi d’acqua e di fuoco.

Sopra vi scorre il film – a spezzoni – di una storia magica impregnate nei muri medievali delle città, negli arricci colorati di antichi affreschi, nei graffiti di arcaiche simbologie che transitano sui rosoni e sui portali delle chiese.

O sono in volo, come una danza di veli che trapuntano lo scorrere delle civiltà.

Lo stesso fervore – nuovo e antico – che muove la mente, il cuore e le mani di artisti che hanno come perimetro il colle drappeggiato di Todi e il richiamo di terre rugate, all’intorno, come centri concentrici di fiati e stupori.

Dorazio, Ceccobelli, Boetti, Beverly Pepper: tutti “segnati” da impronte che vengono da lontano e migrano – per amore e per poesia – a ricomporre nuove tracce, per nuove fiabe possibili. Di più, per “le” civiltà dell’uomo.

Myriam Cappelletti, col suo intelligente ed esigente senso costruttivo: la sua è una pratica d’arte coperta da studio e coniugata con una chiara vocazione progettuale, Myriam è tutto l’incanto, il sapore e il corpo di affreschi affiorati per vivere.

Rinati per sperare. Verso una storia infinita di senso e di bellezza. Tra ciò che appare e scompare, tra le immagini pregne di silenzio e i silenzi brulicanti di parole.

E, qui, le parole, sono dolci note dell’anima.

Giuseppe Billi